IL PROF. UBALDO CORAZZI
con
“Idee sulla scuola nella societa’della
conoscenza”
Atteso intervento
del Prof. Ubaldo Corazzi Mercoledì 9 Dicembre
2015 su alcune problematiche relative al mondo della scuola.
2015 su alcune problematiche relative al mondo della scuola.
Graditissimo ospite dell’ Universita’ della Terza Eta’ Città di Gubbio, il Prof. Corazzi, che vanta una pluriennale e significativa esperienza nel mondo della scuola, ha iniziato da alcuni fondamentali presupposti:
¡ la scuola deve rinnovare il suo ruolo per contribuire allo sviluppo del capitale conoscitivo
¡ la qualità del conoscere è direttamente proporzionale alla qualità dello sviluppo
La
società di oggi è la società della conoscenza nella quale gli individui, nella
vita personale e professionale, sono tenuti continuamente a
cercare, elaborare, acquisire il sapere e la conoscenza come un nuovo capitale
per lo sviluppo economico e sociale.
La maggiore o minore autonomia degli uomini e delle donne di oggi dipende dalla loro capacità di dotarsi di competenze di apprendimento continuo.
La maggiore o minore autonomia degli uomini e delle donne di oggi dipende dalla loro capacità di dotarsi di competenze di apprendimento continuo.
I saperi
sono una vera e propria merce che invecchia rapidamente e ciò determina
la necessità di aggiornamento sia per i produttori che per i consumatori.
In questo contesto rimane di basilare importanza la centralità dell’individuo come soggetto attivo.
¡ Da un censimento USA del 1999 risulta che il gruppo sociale denominato in vari
modi, ma ormai conosciuto come “lavoratori della conoscenza” oppure “classe dei
creativi,” rappresenta il 30 % della
popolazione. Essi non producono, né scambiano prodotti fisici e il valore della
loro prestazione non è determinato dal tempo impiegato, ma dal grado di
innovazione e dalla qualità delle idee prodotte.
Tuttavia la società della conoscenza non esisterebbe senza la contemporanea presenza di gruppi sociali che producono e scambiano beni e servizi durevoli….
¡ In tale contesto questi “lavoratori della conoscenza”, tramite
l’accresciuto accesso alle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, devono realizzare un
continuo aggiornamento per accrescere il proprio capitale intellettuale, essere
disponibili alla flessibilità e alla mobilità, prepararsi all’ idea che mobilità
e flessibilità rendono instabili e transitori anche le relazioni sociali e i
legami interpersonali.
Per
i lavoratori della conoscenza è essenziale collaborare per affrontare la
complessità e l’incertezza, essere flessibili e innovativi.
E
LA SCUOLA?
La
scuola di oggi è in grado di preparare nei giovani le competenze necessarie a
vivere e sopravvivere nella società della conoscenza?
¡ Secondo alcuni studiosi la scuola come la conosciamo
noi è destinata a scomparire nel corso di questo secolo; altri sostengono
addirittura che essa stia già scomparendo perchè la divaricazione con la
società è iniziata negli anni ’70.
Il
sistema scolastico attuale appare inadeguato semplicemente perché pensato per
una società poco dinamica, in cui il lavoro e l’occupazione erano stabili.
L’avvento della società della conoscenza mette in crisi quel modello rigido.
Oggi
è in crisi la tripartizione del sistema scolastico italiano
LICEI per preparare “chi decide”
IST.
TECNICI per preparare “chi coordina”
IST.
Professionali per
preparare “chi esegue”
In
attesa di una riforma risolutiva, è stato fondamentale il ruolo delle
Sperimentazioni e in special modo quello svolto dalla Sperimentazione dell’ ITIS
“Cassata” di Gubbio con le sue
connotazioni innovative.
QUALE SCUOLA CI VORREBBE?
E’
l’Europa che ce lo dice. Basterebbe ascoltarla e, soprattutto, seguirne le
indicazioni!
Ma
soprattutto è necessario tener presente che la conoscenza, lo sviluppo
delle competenze, la formazione continua sono il capitale dell’uomo
contemporaneo.
La
conoscenza è l’unico fattore competitivo del XXI secolo quindi la
conoscenza non è una risorsa, ma la risorsa.
QUALCHE IDEA
Per
superare la scuola di ispirazione gentiliana, la secondaria di II° grado dovrebbe
essere articolata nei LICEI (umanistico, scientifico, tecnologico,
linguistico, professionale, economico, artistico….. ).
Dovrebbe
essere data centralità al curricolo,
come documento dell’identità culturale dell’Istituto, e alle competenze
per sviluppare il potenziale conoscitivo dello studente verso la democrazia cognitiva.
E’
necessario recuperare le competenze del Dirigente Scolastico come esperto
della formazione e non delle
pratiche amministrative.
Dovrebbe
esserci la valutazione per tutti,
dal direttore generale ai collaboratori scolastici, con ricadute sulle
incentivazioni.
Dovrebbero
esserci cambiamenti profondi nel sistema di arruolamento del personale
docente volto ad appurare l’autentica vocazione del candidato ad affrontare
quella missione di salute pubblica di cui parla Morin.
Il
diritto di apprendere deve essere al centro dell’attività
formativa; dopo l’analfabetismo strumentale e funzionale oggi bisogna
battere l’analfabetismo cognitivo.
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