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mercoledì 4 novembre 2015


Chiesa di Santa Maria dei Laici di Gubbio
 detta anche "chiesa dei Bianchi"





Posta nel centro cittadino, all' inizio di Via Piccardi, attigua alle Logge, la Chiesa di Santa Maria dei Laici, detta anche "Chiesa dei Bianchi", è stata completamente ristrutturata e riaperta al pubblico nel 2010.

Il complesso monumentale che comprende la chiesa risale alla prima metà del XIV secolo, fu infatti nel 1313 che nobili, giudici, notai, mercanti e altri benestanti eugubini crearono una "Confraternita dei Laici" sotto l'invocazione della Beata Vergine Maria.



 Nel 1315 ottennero dal Comune una casa, l'attuale parte del complesso che guarda verso via della Repubblica (oltre il porticato), e della terra, lo spazio, allora non edificato, compreso fra detta casa e il "ponte nuovo" posto all'inizio di via Piccardi. Su questa terra costruirono nel 1325 la chiesa ed alcuni anni dopo eressero l'ospedale per il quale la comunità di Gubbio donò la pietra.



Nel 1377 le autorità della Confraternita dei Laici chiesero ed ottennero dalla città di Gubbio la licenza per allungare il colonnato esistente di altre due o tre colonne, verso la chiesa.




Nel 1467 venne costruito il campanile della Chiesa. Nella cripta le pareti erano tutte affrescate con episodi della Passione attribuiti a Giacomo di Benedetto. Alcuni di questi affreschi nel 1966 furono «strappati», restaurati e trasferiti nel Museo Diocesano.


Nel 1400-1500 la Chiesa era parte integrante dell'ospedale, il più grande della città, al quale, con Bolla di Papa Giulio II il 9 agosto 1505, vennero uniti anche gli altri ospedali della città creando un'unica e nuova entità: lo Spedal Grande.

Ai primi anni del 1600 tale struttura risultava però insufficiente per cui la sua funzione fu ampliata utilizzando lo "Hospitale di S.Croce degli Esposti".

Da quel momento la chiesa ritornò ad essere indipendente e il resto del vecchio complesso ospedaliero venne affittato alla Corporazione della lana e sopra di esso fu costruita nel 1603 la "Loggia coperta" per alloggiarvi 40 "tiratori per la lana" che avevano bisogno di un ambiente coperto ed arieggiato in cui mettere i panni ad asciugare dopo il lavaggio e la tintura.


Architettonicamente la Chiesa è organizzata su due livelli: al primo una cappella ipogea affrescata, al secondo la zona per il culto. E' a navata unica con copertura a capriata lignea.

Questo stato si è mantenuto fino all'intervento barocco del '600 con il quale il complesso ha subito delle trasformazioni interne ed esterne.

Esternamente venne edificato un campanile a vela con laterizi e vennero realizzate due finestrature sul fronte nord e sud per dare luce al presbiterio. Sempre all'esterno l'accesso principale venne portato al livello del piano stradale e l'edificio intonacato.

Internamente fu costruita una volta in mattoni ed una in foglio chiudendo le aperture trecentesche lungo i fronti nord e sud. La Chiesa venne ampliata nella zona dell'altare e costruite delle nicchie laterali ricche di ornamenti e cornici tipiche del Barocco.


Nella parte originaria due altari ai lati dell'arco ed uno laterale. Contemporaneamente furono realizzati la cantoria sulla controfacciata e la sacrestia.

Dopo questi, gli altri interventi sono stati minimi e quasi illeggibili, tranne l'applicazione dei tiranti e il rifacimento della copertura intorno al 1975 con la sostituzione della struttura a capriata lignea con quella in latero-cemento.


Fra le opere presenti nella chiesa sono senz'altro da ricordare:

·         una scultura lignea raffigurante la Madonna col Bambino con due Angeli assistenti e un bellissimo tabernacolo donati nel 1338 dall'Arte degli Scalpellini alla Confraternita della Beata Vergine Maria.






·         Ciclo di 24 tavole raffiguranti la Vita della Vergine, opera pregevolissima di Felice Damiani e bottega, realizzata intorno al 1607. Da segnalare anche il pregevole apparato ligneo, dipinto in fregi verdi e dorato, che costituisce il supporto di tutto il ciclo.


·      Un dipinto ad olio, l'Annunciazione, di Federico Barocci. Fu commissionato l'8 aprile 1610 dalla Confraternita dei Bianchi, e precisamente dal suo Priore, conte Muzio Beni, all'urbinate Federico Barocci (1535-1612) che lasciò tuttavia l'opera incompiuta: fu terminata dal suo allievo Ventura Mazzi di Cantiano.



·         Un paliotto raffigurante una Allegoria della carità di anonimo umbro del XV secolo.

·         Nel cielo del presbiterio un affresco attribuito ad Allegrini Francesco, del XVII secolo, raffigurante una Gloria di angeli.



"Gli affreschi della cappella ipogea della chiesa di S. Maria dei Laici, hanno sempre destato ammirazione e preoccupazione per lo stato di degrado in cui versavano soprattutto per l'umidità del luogo.

Va ricordato che nel 1858 e 1862 la cappella subì le inondazioni del torrente Camignano che provocarono danni considerevoli anche alla chiesa di Santa Croce della Foce i cui seminterrati avevano le finestre sul torrente come la cappella ipogea della chiesa dei Bianchi.

Un primo restauro venne curato della Soprintendenza nel 1909, mentre interventi più recenti furono eseguiti nel 1963-1964. In quell' occasione i dipinti furono staccati e collocati prima nella sala dell'ex refettorio del Convento di San Francesco da poco restaurata, e successivamente trasferiti Museo del Duomo (ora Diocesano) dove attualmente si trovano esposti nella Sala II, nella Sala III e nella prima sala del settore mostre temporanee."


Il testo è stato tratto dalle seguenti FONTI:

Salciarini, Paolo , (2005), Chiesa di S. Maria dei Laici detta dei Bianchi. Relazione storico-artistica. Diocesi di Gubbio, Curia vescovile. Ufficio diocesano dei beni ecclesiastici  

e  il  SITO all'indirizzo:


http://www.umbria.ws/content/chiesa-di-santa-maria-dei-laici-gubbio


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